Il complesso documentario in possesso dei Cappuccini di Cagliari è di inestimabile valore per il cospicuo resoconto delle vicissitudini dell'Ordine dalla loro venuta fino ai nostri giorni.
L'Ordine dei Cappuccini ha avuto origine nel 1525, grazie a due frati marchigiani (Fra Matteo da Bascio e Fra Ludovico da Fossombrone), che scelsero uno stile caratterizzato da un’intensa vita di preghiera e di povertà.
La Bolla “Religionis zelus” del 1528 diede loro il riconoscimento pontificio. La nuova riforma ebbe subito grande diffusione prima in Italia e poi in tutta Europa. L’Ordine conta attualmente circa 11 mila frati ed è presente in 101 paesi del mondo. Semplicità, vicinanza al popolo, spirito di fraternità caratterizzano da sempre l’identità dei Cappuccini.
Il Regestum, dal latino riportare o portare indietro, è un repertorio cronologico o una raccolta ordinata di registri e documenti con atti ed eventi riportati in forma di riassunto con le vicissitudini del tempo.
Due dei fondi più importanti che sono stati digitalizzati e metadatati per l'ordine dei Cappuccini in Sardegna sono i Regestum e il Libro dei Novizi.
Queste importanti collane raccolgono una serie di documenti e studi che aiutano a ricostruire la storia cappuccina in Sardegna nel corso dei secoli. I volumi comprendono edizioni di testi agiografici, cronache, necrologi, costituzioni, atti amministrativi dei funzionari dell'Ordine, nonché studi monografici su vari argomenti.
I Regestum sono documenti manoscritti di grande importanza in funzione della loro unicità per lo studio dell'Ordine Cappuccino in Sardegna, arrivato nell'Isola nel 1591. Questo materiale è ancora inedito. La collana dei registri dell'Ordine Cappuccino si divide in tre distinte parti:
I Cappuccini in Sardegna
Il primo convento fondato dai Cappuccini fuori della penisola italiana è quello di Bastia (1540). Solo 51 anni dopo, nel 1591, un gruppo di frati, guidato da P. Zeffirino da Bergamo, metteva piede nell’Isola, fondando i primi conventi a Cagliari e a Sassari (1591). Seguiranno negli anni successivi altre fondazioni: Alghero (tra il 1591 e il 1608), Ozieri (1592), Iglesias (1593), Sanluri (1608), Oristano (1608), Bosa (1608), Nulvi (1608), Cuglieri (1613), Bolotana (1613), Barumini (1613), Sorso (1633), Quartu (1633), Villasor (1633). Altri conventi saranno fondati successivamente (Masullas, Plaghe, Bitti, Nurri, S. Benedetto a Cagliari).
Alcune date da ricordare: il 1608, che segna la Costituzione della Provincia di Sardegna; il 1697, che ricorda la divisione della stessa nelle due nuove province di Cagliari e di Sassari (Provincia Calaritana e Provincia Turritana); il 1866, anno della soppressione degli ordini religiosi in Italia, e quindi anche dei Cappuccini in Sardegna.
Dopo alcuni decenni di dispersione, seguiranno gli anni della ripresa, con un lento e graduale recupero di alcuni degli antichi conventi.
Nel 1946 nasce il Commissariato, prima Generale e poi Provinciale, dei Cappuccini di Sardegna.
Nel 1972 il Commissariato diventa “Provincia”, ottenendo finalmente la tanto a lungo sospirata autonomia. È l’inizio di una nuova storia.
I Cappuccini a Cagliari
I Cappuccini, quando giunsero a Cagliari nel 1591, ottennero di poter edificare il loro convento sul colle di Buoncammino, allora del tutto isolato rispetto alla città. La chiesa fu dedicata, come tante altre dell'Ordine, a S.Antonio di Padova. L'architettura, semplice nelle strutture e umile nelle dimensioni e nello stile, riflette il modello cappuccino, canonizzato anche ufficialmente dalle prime Costituzioni dell'Ordine.
Prima della costruzione del piccolo santuario attuale (1950), la chiesa aveva solo le cappelle sul lato destro; sul lato sinistro la parete era liscia e non dava accesso ad altri ambienti. L'interno era ed è tuttora caratterizzato da semplicità ed essenzialità, conformemente alla spiritualità e alla tradizione dei Cappuccini.
Rare le opere dotate di valore artistico: solo qualche pala d'altare del Sei o Settecento e alcuni paliotti marmorei del XVIII secolo. Ma i veri tesori della chiesa sono i resti mortali dei tre «Santi», che in epoche storiche diverse illustrarono il convento con la loro vita: Sant'Ignazio da Laconi, la cui santità è stata riconosciuta dalla Chiesa nel 1951; Fra Nicolò da S.Vero Milis, che per S.Ignazio fu modello e riferimento; e il B. Nicola da Gesturi, ancora vivo nella memoria di quanti lo hanno conosciuto. Tutt'e tre furono umili questuanti: più che chiedere, seppero «dare» ai bisognosi consiglio, sollievo e intercessione. Della storia della città essi furono grandi e indimenticati protagonisti; ora la gente in gran numero li invoca come intercessori.
L'antico convento, sorto insieme alla chiesa, oggi non è più dei frati, ai quali fu sottratto dalle leggi soppressive del 1866, e ospitava (fino al 2004) il ricovero «Vittorio Emanuele II». Solo sul finire del secolo scorso, i Religiosi riuscirono ad acquistare un terreno, nello stesso sito ma sul lato opposto della chiesa, sul quale edificarono l'attuale convento.
La facciata della chiesa, più volte rimaneggiata, è di epoca recente. Sul piazzale prospiciente si può osservare un piccolo monumento in bronzo di Franco D'Aspro, dedicato al Santo di Laconi.
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